In un mondo dove il talento e la dedizione si intrecciano, Ivan Ljubicic emerge come una figura di spicco nel panorama del tennis. Ex numero 3 del mondo, Ljubicic ha affascinato il pubblico con uno stile di gioco potente e la sua straordinaria abilità nel servire. La sua carriera, costellata di trionfi, ha visto momenti indimenticabili, come la vittoria al Masters 1000 di Indian Wells nel 2010, un traguardo che ha segnato il culmine di anni di impegno e passione. Ma la storia di Ivan non si ferma qui. Dopo aver appeso la racchetta al chiodo, ha intrapreso un nuovo capitolo come allenatore, guidando il leggendario Roger Federer. Sotto la sua ala, Federer ha continuato a scrivere la sua leggenda, portando il tennis a nuove vette. La sinergia tra Ljubicic e Federer è un esempio luminoso di come la conoscenza e l’esperienza possano trasformare un grande talento in una leggenda vivente.Abbiamo avuto l’onore di intervistare Ivan Ljubicic, un uomo che non solo ha lasciato un’impronta indelebile nel tennis, ma che continua a influenzare le generazioni future attraverso la sua passione e dedizione. La sua storia è un’ispirazione per tutti noi, un promemoria che il vero successo è costruito su anni di sacrifici e amore per il gioco.
LeSun: La tua storia verso il successo è stata tutto tranne che semplice, dovevi lasciare la tua casa all’età di soli tredici anni e affrontare tantissime sfide nella vita, secondo te, che cos’è più importante per raggiungere certi obiettivi nella vita, il talento o avere la “fame” per il successo?
Ivan Ljubicic: Io credo per un successo di altissimo livello mondiale ci vogliono entrambe le cose, la fame e la disciplina, la voglia di riuscire insieme al talento, perché senza talento è veramente dura e senza la voglia e la fame è impossibile. Bisogna avere tutti e due per veramente riuscire a essere uno dei migliori al mondo in quello che uno fa, qualsiasi cosa questo sia. Io sono partito da zero è vero, però il bello dello sport, e anche un po’ della vita, è che partiamo tutti da zero. La vita nasce che siamo completamente nudi in tutti sensi della parola e si parte. E poi ognuno di noi arriva dove merita di arrivare nonostante il punto di partenza magari negli anni in avanti, però se uno vuole veramente riuscire e ci prova con tutti i suoi sensi, alla fine io credo fortemente che ci arriva.
LeSun: Gli eventi che hai dovuto affrontare a quella giovane età, come hanno aiutato a plasmare il tuo carattere e la carriera?
Ivan Ljubicic: Non lo so se gli eventi, chiamiamoli cosi’ hanno creato il mio carattere, io credo che il carattere lo avevo già, la personalità, poi ovviamente la mia infanzia che è stata complicata e difficile mi ha aiutato in un certo senso di non avere scelta e di dover assolutamente andare avanti e non guardarmi intorno, e quello mi ha aiutato sicuramente. Non credo che il mio carattere è stato costruito con delle vicende della guerra e della mia infanzia, però è vero che in questi momenti importanti della mia vita, cioè dalla eta’ da 12-18 anni io sapevo che non potevo guardarmi intorno e che dovevo andare solo avanti, quello mi ha aiutato sicuramente.
LeSun: Riflettendo sulla tua classifica ATP, raggiungendo la posizione numero 3 al mondo, quali sono i risultati più importanti che hai raggiunto in campo?
Ivan Ljubicic: Quando parlo dei miei risultati, parlo sempre di quattro cose: la classifica di numero 3 al mondo, in quel momento lì, per me è stato un successo incredibile, perché Federer e Nadal in quel momento lì erano, almeno per me, assolutamente irraggiungibili. Poi il titolo della Coppa Davis del 2005, il primo nella storia della Croazia è stato un successo pazzesco, poi la medaglia olimpica l’anno prima, bronzo in doppio con Mario Ancic, è stato il punto di rilancio della mia carriera, e poi Indian Wells nel 2010 è rimasto il mio titolo singolare più importante, è arrivato verso la fine della mia carriera, non me lo aspettavo, è stato incredibile e molto bello perché non me lo sono aspettato e poi battendo Nadal, Djokovic e Roddick in quel torneo lì è stata la ciliegina sulla torta della mia carriera.
LeSun: Cosa pensi dell’attuale scena tennistica mondiale?
Ivan Ljubicic: In questo momento c’è Jannik Sinner che domina circuito, chiaro con Carlos Alcaraz. Loro due fanno un circuito un po’ a parte, secondo me, sono molto più forti degli altri, poi dietro c’è lo spazio per tanti giocatori, il fatto che questi campioni che dominano sono giovani, lasciano sperare e pensare anche gli altri di poter vincere dei tornei importanti. Della parte femminile in questo momento c’è oltre la Sabalenka che è molto forte, c’è molta incertezza dietro, è un momento un po’ di cambio di generazione, sia della parte femminile sia quella maschile, e quindi tra poco vedremo le facce nuove che vinceranno i tornei importanti.
LeSun: Dopo il ritiro nel 2012, cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera di allenatore? E come è cambiata la tua prospettiva sul tennis passando da giocatore a coach?
Ivan Ljubicic: Il mio primo lavoro dopo la mia carriera è stato per Sky Italia, ho raccontato il tennis, ho cercato di spiegare alla gente quello che vivono i giocatori da dentro, e poi il discorso di allenatore è arrivato l’anno dopo, poi inaspettato Milos Raonic mi ha chiesto se ero interessato e mi sono lanciato in quella direzione lì. Dopo due anni e mezzo, poi io ho smesso e ho lavorato con Roger Federer per sei anni e mezzo, questo è stato un successo incredibile, mi sono divertito e mi sono anche ritrovato in quel ruolo, è un ruolo che, credo, che mi piace e che anche nel mio carattere mi spinge a essere sempre forte e che studio sempre più tennis. Il ruolo è completamente diverso, perché da giocatore sei protagonista, sei tu il capo e decidi quasi tutto tu, invece da allenatore sei il copilota, sei la persona che deve cercare di tirare fuori il meglio del tuo atleta, spesso metterti anche da parte e mai pensare in prima persona perché non dipende da te ma c’è un giocatore davanti che devi aiutare. E per un ex professionista queste cose non vengono molto naturali e facili.
LeSun: Come è stato lavorare con uno dei più grandi tennisti della storia, Roger Federer?
Ivan Ljubicic: Con Roger è stata una esperienza fantastica da tutti punti di vista, umani e sportivi, professionali, assolutamente tutti, lui è soprattutto una grandissima persona con cui passare il tempo insieme è un piacere, e questo è molto importante perché comunque ci si passa tantissimo tempo insieme, e poi il fatto che siamo riusciti a vincere altri grand slam dopo che erano passati quattro anni che lui non aveva vinto uno è stata una sfida difficile e importante per me personalmente, ovviamente anche per lui. Arrivare in cima al mondo e a toccare anche numero uno in classifica che non era un obiettivo è stato bellissimo nel 2018, quindi, tantissimi momenti belli ma anche quelli meno belli. Lui ha sicuramente fatto il massimo che tutte le persone intorno lui, e non solo io come allenatore, sono confortevoli, e che passiamo un tempo bello perché capisce che andando in giro con lui e regalando a lui la nostra vita, andando via dalle famiglie per cercare di aiutare lui toccare i suoi sogni lo ha capito che è una cosa non da poco e il suo modo di fare e di relazionarsi con le persone è qualcosa di straordinario.
LeSun: Puoi parlare del tuo legame personale con l’isola di Losinj (Lussino) e della decisione di fondare lì l’accademia di Tennis Ljubicic?
Ivan Ljubicic: Losinj è stato un po’ come allenatore all’ inizio del 2013, non avevo mai pensato di aprire una Accademia, però era nel destino. Quando mi è stata presentata questa idea e opportunità l’ho accolta con entusiasmo, è un posto splendido, bellissimo e riuscendo circondarmi con delle persone di valore e di valori siamo riusciti a creare una cosa fantastica dove arrivano i ragazzini da tutte le parti del mondo, per cercare di raggiungere i loro sogni. Sono molto fiero e contento di aver costruito una cosa quasi impensabile, in un’isola lontana, così importante, bella ed entusiasmante.
LeSun: Come preparate i giovani talenti per i futuri successi?
Ivan Ljubicic: Oggi soprattutto ai giovani bisogna spiegare la pazienza e l’importanza del lavoro duro e guardare a lungo termine che oggi viene cosi’ facile e semplice. Nelle loro vite tutto arriva veloce, tutto è facile e disponibile, e invece la carriera tennistica, sportiva anche nella vita, per le cose di valore bisogna aspettare, bisogna avere pazienza e disciplina per riuscire. E questa è una cosa molto difficile capire per un giovane oggi. Sempre è stato difficile, ma io credo che con queste distrazioni digitali è ancora più difficile oggi.
LeSun: Guardando indietro, c’è un momento nella tua carriera da allenatore che consideri particolarmente memorabile o gratificante?
Ivan Ljubicic: Sicuramente il titolo di Federer nel 2017 in Australia è stato il momento più importante e più bello e più emozionante della mia carriera dall’ allenatore. Faccio fatica a trovare le parole per descrivere quello che abbiamo provato in quel momento lì, è stato un momento speciale per me, speciale per lui, per tutti noi che abbiamo fatto parte del team, e tutto quello che è arrivato dopo è stata una conseguenza del quel successo lì. Quello lì ha sbloccato Roger, ha dato la fiducia a tutti noi che stiamo sulla buona strada e tutti successi che sono arrivati dopo sono stati inseguito a quel titolo, è stato impensabile solo poche settimane prima, invece battendo Nadal in finale in cinque set è stato un successo storico.
LeSun: Bilanciare una carriera cosi grande come la tua e la vita familiare spesso può essere molto difficile, come sei riuscito a mantenere questo equilibrio durante la tua carriera da giocatore?
Ivan Ljubicic: L’equilibrio non esiste per la verità, esiste solo avere una persona di fianco che capisce, che si sacrifica e mia moglie lo è, l’ho conosciuta quando siamo stati bambini, eravamo amici per un periodo lungo, poi la nostra amicizia è diventata qualcosa in più dopo, e dopo tutto la vita che ci ha portato al matrimonio, bambini e soprattutto il fatto che ci conosciamo cosi’ bene e che ci capiamo è la sua volontà di aiutare me nella mia carriera e di capire che il successo mio e non solo di lavoro ma anche di vita nello questo sport vuol dire che bisogna viaggiare, bisogna sacrificare, anche se io onestamente non ho mai pensato di star sacrificando qualcosa. però il fatto sta che soprattutto una volta che abbiamo avuto i bambini, che dovevo viaggiare anche da solo, che non potevo stare con loro sempre come avrei dovuto, avrei voluto magari, però l’equilibrio ecco è stato creato insieme alla mia moglie che ha riempito il vuoto che io l’ho lasciato quando andavo a giocare, quando facevo le cose professionali.
LeSun: Quali sono stati i momenti più difficili della tua carriera e come gli hai superati?
Ivan Ljubicic: Momenti difficili ci sono stati tanti, per me il più grande è stato l’infortunio nel 2008 che mi ha proibito di giocare le Olimpiadi a Pechino, è stato l’unico mio grande infortunio nella mia carriera, ho perso anche US open quell’ anno e la mia classifica ha sofferto, poi ho ripreso i miei livelli nel 2009, ecco questo era forse un momento difficile però i momenti difficili ci sono tanti nel tennis, un giocatore che vince due, tre, quattro tornei all’anno è considerato un giocatore di successo però pensando che si giocano venti, venticinque tornei vuol dire maggior parte dei tornei vai a casa dopo aver perso la partita e ogni sconfitta è un momento difficile di dolore, quindi ci sono tanti tanti momenti difficili , però si va avanti. Quello che dicevo all’ inizio uno che ha la disciplina e la voglia di riuscire capisce che queste sconfitte, ogni sconfitta ti insegna qualcosa, bisogna sempre continuare a imparare per migliorarsi e per essere più forte.
LeSun: Hai due figli, Leonardo e Zara, come ha influenzato la tua prospettiva sulla vita e sulla carriera la paternità?
Ivan Ljubicic: La vita cambia con i bambini, cambia tantissimo, le prospettive cambiano, da quel momento lì inizi a giocare anche per loro, soprattutto per loro, e quindi cambia moltissimo. Io cerco di insegnare a loro la forza mentale , la forza di volontà, di sacrificio e disciplina per avere non successo, perché non credo che l’obiettivo della vita è avere successo però di tirare il massimo e raggiungere gli obiettivi nella vita professionali bisogna avere quello. Ovviamente non nascondo il fatto che valore di educazione e l’infanzia è segnata soprattutto la mia moglie che ha passato con loro ogni minuto mentre io viaggiando tanto ho passato meno tempo con loro, però quando ci sono stato ho cercato di trasmettere proprio quei valori.
LeSun: . Quali valori ritieni siano fondamentali da trasmettere alle nuove generazioni, sia nel tennis che nella vita quotidiana?
Ivan Ljubicic: I valori sono di capire che il successo non arriva da oggi a domani, bisogna aspettare. Il successo spesso anche più a lungo di quello che uno pensa e credere nel lavoro, credere nell’ investimento che uno fa, circondarsi con le persone che hanno dei valori simili e cercare di spingersi in avanti. Solo 1 per cento al giorno di miglioramento vuol dire 365 all’anno che è tantissimo, quindi, ogni tanto bisogna avere pazienza e non aspettarsi di vedere i risultati del lavoro subito.
LeSun: Come gestisci le sfide personali e professionali? E quali consigli daresti a chi affronta situazioni simili?
Ivan Ljubicic: Sfide professionali si affrontano nel modo professionale, anche quelle personali io spesso chiedo il consiglio e mi circondo con le persone che hanno esperienza e saper fare in quell’ambito, è importante avere chiaro la testa a chi chiedere consiglio e da chi farsi aiutare, perché quello che vedo spesso, le persone intorno a me, l’errore che fanno che chiedono magari il consiglio finanziario al miglior amico cha fa tutta un altra cosa oppure consiglio personale a delle persone che hanno fatto fatica a crearle le proprie vite, quindi bisogna avere molto chiaro a chi chiedere cosa e non ascoltare proprio tutti quanti. Avere accanto persone che ti vogliono bene è fondamentale, ma è importante anche dare, non solo ricevere. Offrire supporto e attenzione a chi ci è vicino, col tempo, è ciò che ci fa sentire davvero realizzati come persone.
LeSun: Qual è il tuo ricordo più bello durante le competizioni internazionali?
Ivan Ljubicic: I ricordi più belli sicuramente sono quelli risultati di quali abbiamo già parlato, numero 3 in classifica, vittoria a Indian Wells, Copa Davis, Le Olimpiadi, sono i ricordi più belli da giocatore. Da allenatore 2017 Australian open, anche i Wimbledon 2017, Australian open 2018, tanti momenti belli da celebrare.
LeSun: Come ti piace trascorrere il tempo libero e quali attività ti aiutano a rilassarti?
Ivan Ljubicic: Per tempo libero mi piace giocare a scacchi, mi piace guardare scacchi, guardare commedie, ridere, fare le passeggiate con la mia moglie, questo è il modo migliore per me passare il tempo libero che purtroppo non ne ho tanto ma quando ne ho cerco di usarlo in questo modo qua.
LeSun: Come vedi il tuo futuro al di fuori del tennis? Hai progetti o aspirazioni particolari?
Ivan Ljubicic: Difficile a immaginare il mio futuro fuori dal tennis, con tutti i progetti che ci sono in giro, non riesco a immaginare la mia vita senza il tennis, quindi mi ritengo ancora giovane, penso di potere dare ancora tanto al tennis, quindi la mia vita lontano dal tennis non c’è. Mi sono ancora immerso nel tennis al 200 per cento e sicuramente sarà ancora per un po’ cosi’.
LeSun: C’è un consiglio che vorresti dare ai giovani tennisti che aspirano a una carriera professionistica?
Ivan Ljubicic: Onestamente non riesco a pensare a un consiglio che ho ricevuto da qualcuno specificamente, però credo che la mia esperienza della vita, anche quella professionistica mi insegna che con una dedizione e con disciplina e pazienza si arriva lontanissimo. E credo che questo potrebbe essere un consiglio che qualsiasi professionista potrebbe dare ed è molto importante.
LeSun:Come vedi l’evoluzione del tennis moderno, soprattutto con l’introduzione di nuove tecnologie e tecniche di allenamento?
Ivan Ljubicic: Tennis è stato modernizzato tanto ultimamente, sembra che va molto velocemente, tutto va molto rapido, la palla va molto veloce e bisogna adattarsi, poi è diventato molto più fisico, le carriere sono molto più lunghe, quindi bisogna adattarsi a quello. Le tattiche e le strategie sembra che hanno meno valore in questo momento, la tecnica anche, e quindi sta diventando tutto molto più veloce e rapido e lo sarà ancora di più, quello sicuramente.
LeSun: Quali lezioni importanti hai imparato durante la tua carriera che applichi anche nella vita di tutti i giorni?
Ivan Ljubicic: La lezione più importante è non lasciar mai andare, andare in fondo, perché uno non ci riesce solo quando decide di smettere e quando decide di non provarci più. Nel tennis e nella vita spesso puoi provare tantissime volte in qualsiasi maniera finché non ci riesci. Oggi parliamo del successo, oggi abbiamo parlato anche dei miei risultati e non abbiamo parlato delle cose che non sono riuscito a fare, e quello è importante nella vita, accettare le sconfitte, accettare i dolori e i momenti difficili perché quelli servono a raggiungere i propri obiettivi. Credo che questo è molto importante perché spessissimo i giovani hanno paura di sbagliare, hanno paura di non riuscire, senza capire che proprio quello è la parte fondamentale del successo.
Ivan Ljubicic non è solo un atleta straordinario, ma è un vero e proprio esempio di umanità e resilienza. La sua storia non è solo quella di un atleta di successo, ma anche di un uomo che ha affrontato sfide immense, trasformando ogni ostacolo in un’opportunità per crescere. La sua umanità e il suo spirito indomabile ci insegnano che, indipendentemente dalle difficoltà, possiamo sempre trovare la forza di rialzarci e continuare a lottare per i nostri sogni. Ivan ci insegna che la vera grandezza risiede non solo nei successi, ma anche nella capacità di rialzarsi e continuare a lottare. Grazie Ivan.
Suncica Badric
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