C’è chi si rilassa con lo yoga, chi con la meditazione, e poi c’è chi come Vitomir Maričić, campione croato di apnea, trova pace restando sott’acqua. Ma la sua non è stata solo una ricerca di equilibrio interiore: qualche giorno fa ha fermato i cronometri con un risultato che sembra quasi impossibile. Maričić è riuscito a trattenere il respiro per 29 minuti e 3 secondi, conquistando così un nuovo Guinness World Record e superando di gran lunga ogni traguardo precedente. La scena è stata quasi surreale: in una piscina, circondato da giudici e spettatori, Vitomir si è lasciato scivolare sott’acqua e si è abbandonato a un’immobilità assoluta. Un corpo fermo, un cuore rallentato, la mente concentrata solo su un obiettivo: restare lì, in apnea, mentre i minuti scorrevano uno dopo l’altro.
Non si tratta solo di allenamento fisico: la vera forza è stata mentale. Superato il limite del dolore e delle contrazioni del diaframma, Maričić ha continuato a resistere, trasformando la sua apnea in una dimostrazione di disciplina e controllo. Il record non è soltanto un numero da scrivere nei registri del Guinness. Maričić ha voluto trasformare questa impresa in un messaggio, ricordando quanto sia importante rispettare e proteggere gli oceani. Ogni respiro trattenuto sott’acqua, infatti, diventa un invito a riflettere sul rapporto tra l’uomo e il mare, sul bisogno di salvaguardare quell’immenso mondo blu che rende possibile la vita sulla Terra.

Con i suoi 29 minuti senza respiro, Vitomir Maričić ha ridefinito ciò che pensiamo sia possibile. Non è solo una sfida sportiva, ma un simbolo di resilienza e connessione profonda con la natura. Il suo gesto ci ricorda che il corpo umano può andare oltre ciò che crediamo, quando è guidato da una mente allenata e da una motivazione autentica.
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