Il 26 settembre ha segnato un momento storico per la moda italiana. Mentre i riflettori si accendevano sulla passerella milanese, Dario Vitale presentava la sua prima collezione come direttore creativo di Versace, inaugurando un nuovo capitolo per la leggendaria maison dopo l’addio di Donatella Versace all’inizio dell’anno. La collezione Primavera/Estate 2026 si è rivelata una lettera d’amore al genio di Gianni Versace, un tributo che ha fatto battere il cuore degli appassionati di moda presenti in prima fila. Vitale ha saputo catturare l’essenza degli anni ’80, quell’epoca dorata in cui Versace dominava le scene internazionali con la sua estetica senza compromessi. Fin dai primi look, è stato chiaro che ogni forma di moderazione sarebbe stata bandita dalla passerella. Pantaloni al ginocchio color caramella, canottiere aderenti dal taglio muscolare e décolleté a punta di mandorla spaiate hanno aperto lo spettacolo con una dichiarazione d’intenti inequivocabile: il glamour Versace è tornato, più audace che mai.
Il DNA della maison, caratterizzato da una sensualità grezza e magnetica, è stato reinterpretato con equilibrio e raffinatezza contemporanea. I midi dress in seta dalle scollature vertiginose hanno dialogato armoniosamente con top-reggiseno tempestati di cristalli, abbinati a pantaloni gessati a vita alta che ridefiniscono l’eleganza moderna. Particolarmente suggestive le canottiere dai tagli laterali strategici, che rivelano la pelle con una sottile provocazione, mai volgare ma sempre magnetica. Ogni capo racconta una storia di femminilità consapevole e potente.
La palette cromatica della collezione celebra la gioia pura del colore. I blocchi di tonalità vivaci si susseguono in combinazioni inaspettate, creando un effetto caleidoscopico che trasforma ogni outfit in un’opera d’arte indossabile. Rosa shocking, verde smeraldo, giallo limone e blu cobalto si alternano e si fondono, ricordando i capolavori pittorici degli anni ’80. Ciò che rende straordinaria questa collezione è la capacità di Vitale di onorare il passato senza rimanerne prigioniero. L’estetica anni ’80 viene filtrata attraverso una sensibilità contemporanea, arricchita da dettagli moderni e da un tocco di austerità che bilancia l’esuberanza cromatica. La silhouette si fa più strutturata, i volumi vengono calibrati con precisione millimetrica, e ogni accessorio contribuisce a creare un look completo che parla al pubblico di oggi pur mantenendo l’anima ribelle del brand.
Con questa collezione d’esordio, Dario Vitale non ha semplicemente presentato dei vestiti: ha ridefinito l’identità di una delle case di moda più iconiche al mondo. Il messaggio è chiaro: Versace rimane fedele alla sua essenza rivoluzionaria, ma è pronta ad abbracciare una nuova era di creatività. La standing ovation che ha accolto il finale della sfilata ha confermato quello che molti critici stanno già definendo “un ritorno alle origini” per la maison. In un panorama della moda spesso dominato dal minimalismo, Versace riafferma con forza il suo diritto all’eccesso, alla bellezza sfacciata, al lusso senza compromessi. La Primavera/Estate 2026 di Versace non è solo una collezione: è una dichiarazione d’indipendenza che promette di ridefinire i codici del lusso contemporaneo, un look alla volta.
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